Invido.it

san nu mia voia, a cuminci gnanca

Erasmus 20 anni

05/10/2007

Il progetto Erasmus fa 20 anni, ma per me sono solo 14. Era l’ottobre del 93 quando una domenica sera, una macchina di amici scalmanati mi accompagnava alla stazione di Verona a ciapà al trenu. Destinazione Erlangen, motivo progetto Erasmus. Non era proprio la destinazione che avevo in mente, m’interessava l’Inghilterra, per l’inglese e perché gli studenti nonni che tornavano, avevano dato gli esami più difficili oltremanica senza problemi. La concorrenza era però tale, che all’ultimo cambiai con la Germania per essere sicuro di partire. Con ottime conoscenze del dialetto della bassa mantovana e un infarinatura di quello parmense, il fatto di non conoscere neanche una parola di tedesco non era assolutamente un problema, almeno fino a quando dovetti scendere dal treno. A quei tempi, non si portavano cellulari, ipod o computers, però mia mamma mi mise un salame in valigia da portare al professore che ci avrebbe dovuto accogliere. Ne fu entusiasta. All’estero appresi la morte di Fellini e Senna, mentre vissi l’avventura dell’Italia di Sacchi dalla tv tedesca. Quando tornavo in Italia, per le vacanze, si vedevano i cacciabombardieri che passavano in formazione per andare in Jugoslavia. L’Erasmus fu per me un periodo pieno di meravigliosi ricordi. Ne vorrei citare uno. La frase che mi lasciò il professore, quello del salame, quando tornai alla fine: “Facciamo tutto questo per fare in modo che quello sta succedendo ora in Jugoslavia, non succeda mai più in Europa ”.

Blogolandia

04/06/2007

Gironzolando per la rete mi chiedevo se il proliferare dei blog possa portare a qualcosa di buono. Nel sottotitolo del mio blog, riporto Mezzano Rondani Station e, per quelli non lo sanno, è una stazione ferroviaria tra Casalmaggiore e Colorno. Quando viaggiavo in treno per arrivare a Parma, la fermata di Mezzano Rondani era considerata la classica perdita di tempo. Nessuno saliva, nessuno scendeva, dai finestrini si vedevano solo pioppi e un edificio, quello della stazione. Dalla fermata sembrava una terra fantasma. Successivamente ho avuto l’occasione di conoscere un abitante del luogo. Un bocciofilo che giocava all’accosto nei baracconi bredesi del lunedì sera. Usava delle bocce superiori al chilo, dal diametro più simile ad un mappamondo e portava delle basette da fare invidia al Galu. Ecco, questo sono i blog, non si capisce perché ci debbano essere, si vorrebbe passare il tempo nel fare qualcos’altro, ma, non si sa perché ci si ferma due minuti a leggerli. Poi si riparte con l’ansia di avere perso del tempo.