Autore: Fabrizio Castoldi
Le caratteristiche di zona paludosa ed acquitrinosa la ritroviamo ancora oggi nella toponomastica di alcune zone di Breda: acquazze, lago, ronchi, valle, basse e dallo stesso nome di Breda Cisoni. Il nome Cisone trae origine dalla configurazione del suolo depresso ed alle sue chiuse o“ciuson” regolanti il deflusso delle acque. Una ulteriore prova dell’etimologia di Cisone è l’annotazione sul libro dei morti, della parrocchia di Villa Pasquali, della scomparsa a Sacca nel 1626 del Rev. Giovanni Maria Roggiano rettore “della Breda del Chiusone”.
Breda è un nome assai frequente nella toponomastica lombarda ed è ancora in uso in certe espressioni bresciane ed ha il significato di campo coltivato con annessa casa colonica: dal latino “paedium”, dal latino volgare “braida” (campo suburbano), dal tedesco “breit” (fondo nelle vicinanze del paese), dai vernacoli locali “braia”. È soprattutto la lingua dei longobardi a rivelarsi attraverso i toponimi, ed all’origine questi nomi di luogo indicavano terreni, boschi, edifici o corsi d’acqua per poi rimanere legati al luogo come nome proprio.
In longobardo “braido” significa pianura a nord o terreno ricavato tra gli alberi. Le testimonianze che esistono dei tempi storici non sono molto numerose ma abbastanza importanti: monete, mattoni, avanzi di edifici ci rimangono a documentare, che già al tempo dei romani, la zona bredese era abitata (Sabbioneta e Commessaggio sono le zone più vicine a Breda in cui esistevano già insediamenti preistorici).
Mons.Antonio Parazzi, dalle sue indagini, scriveva: “ non vi ha, nel distretto di Viadana, borgata, villa, casa colonica, presso cui, alla profondità di circa un metro, non si mostrino tracce di un devastamento e rovina di palazzi e di case romane….Percorrendo la Ceriana, il Gambalone e la Cumula (che sono canali), le vie di Quattrocase, di Sabbioneta, di Villa Pasquali, di Breda Cisoni indi toccando Commessaggio e Brugnolo, da per tutto è gran copia di avanzi romani; Commessaggio come Villa Pasquali e Breda Cisoni, vanta antichità preistoriche e romane in gran copia, che veggionsi tuttodì per le sue ubertose campagne.”. Sono documentati ritrovamenti di monete romane, di pietre e cocci nelle zone di Sacca, Lago I°, Sabbioncelli, argine circondariale verso Mezzana.
Durante la confisca dei terreni distribuiti ai veterani dall’imperatore Augusto, è certo che comprese territori del mantovano non essendo stati sufficienti quelli cremonesi e quindi anche il sabbionetano subì la stessa sorte essendo nell’una o nell’altra provincia.
Successivamente alle vicende romane il territorio di Sabbioneta e quello di Breda vide frequenti scorribande di eserciti barbarici, soprattutto dei Longobardi (seconda metà del VI sec. d,C.) che amministrarono queste zone con la forma del gastaldato. Nel dialetto bredese sono presenti parole di matrice longobarda tra cui “amò” (ancora) derivante dal longobardo latino “auch modus”, “strac” (stanco) derivante da “strak”, “magon” (dispiacere) derivante da “mago”, “tòch” (pezzo) derivante da “toh”. “spacà” (rompere) derivante da “daspahhan”, “strachin” (formaggio cagliato da mangiare dopo pochi giorni) derivante da “strak+ittus”. Durante il periodo franco carolingio venne donato ai monaci dell’abazzia bresciana di Leno fino al 924 per poi passare sotto la giurisdizione del vescovo di Parma Aicardo e ritornare sotto la Badia di Leno dal 958 i cui monaci esercitarono direttamente il loro dominio fino a quando il potere si limitò al riconoscimento di investiture ad altri non potendo più appoggiare sugli appoggi degli imperatori. Dopo l’anno mille la Contea rurale fu contesa dalle famiglie Bosone, Persico e Dovara con brevi periodi di dipendenza dal Comune di Cremona.